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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Ho visto il mio Dio che sorrideva nel sole del giorno

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“Mi sono ridestato all’improvviso solo per ritrovarmi con il mio Salvatore, e poi entrare in Associazione con Dio (i sogni del vuoto che allieta). Si può dire che questa è la rinascita, ottenuta tramite la penetrazione del Bambino da parte dello spermatikós solare? Sì. Fuocovivo ha portato alla vita e sostentato l’intelligenza più grande per me, salute migliore, vita più lunga, addirittura prosperità. Una certa disinvoltura con la vita. Ma soprattutto ricordo quello che ho visto quando mi sono svegliato: ho visto il mio Dio che sorrideva nel sole del giorno. Una volta, durante gli anni della Terribile Separazione, ho visto Palmer Eldritch nel Sole... ho visto Dio a rovescio, ma era certamente lui, alla piena luce del giorno: nel primo pomeriggio, e sapevo che era un dio. Le tre stimmate , se letto correttamente (cioè all’inverso), contiene molte chiavi quanto alla natura di Dio e alla nostra relazione con lui. Allora ero stimolato ad allontanarmi, temendo quello che avevo visto, tanto...

Ricordo 3: IO non ho paura!

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Fiona è chiusa nella sua stanza, seduta alla scrivania ingombra di oggetti ed intenta a guardare un barattolo di vetro contenente un grosso coleottero verde smeraldo. Tra due giorni sarà il suo compleanno e sa – nessuno glielo ha detto espressamente ma lo sa – che sarà anche il giorno in cui sarà accompagnata al sotterraneo e dovrà percorrere il Disegno. Non è particolarmente preoccupata – forse è solo troppo incosciente per preoccuparsi o troppo presuntuosa per pensare che potrebbe fallire. Suo padre ha deciso che dovrà essere Benedict ad accompagnarla al Disegno – lo ha sentito origliando alla porta della biblioteca - ma questo non le garba affatto: non ha mai legato molto con questo fratello troppo grande e troppo serio. Vorrebbe qualcun altro come “padrino” per il Disegno. - Eric? No, Eric è sempre occupato a correre appresso alle dame e poi crede di essere al centro del mondo. Forse Deirdre? Però lei è appena più grande di me, non è abbastanza esperta… no, non va. Non c’è propr...

Albero della Vita

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“Quando Ôræ Râdhâ dice ai cespugli di Vraja : ‘O bellissimi rami, dovreste danzare; allora essi iniziano ad agitare le loro foglie come in una danza. Quando dice: ‘Ora cantate’, essi iniziano a cantare grazie al ronzio dei calabroni. Quando dice: ‘Ora piangete’, essi fanno scorrere flussi di miele, e quando dice: ‘Ora sorridete’, scoppiano immediatamente a fiorire. All'udito della voce di Ôræ Râdhâ che dice: ‘Abbracciate quest’albero’, vengono travolti dalla gioia attorcigliandosi ad esso. Talvolta Vrisabhanu-nandini Ôræ Râdhâ si nasconde in un kunja (cespuglio) giocando a nascondino. Syamasundara cerca di trovarLa chiedendo aiuto ai cespugli, i quali Gli permettono di trovarLa suggerendo il Suo nascondiglio nel fogliame appena spuntato. In questo modo, sia che i passatempi confidenziali di Ôræ Râdhâ-Madhava si svolgano nei kunja oppure nei cespugli nascosti, tutti i residenti di Vraja sono per sempre immersi nelle immense onde della felicità di prema . Offro servizio al Signore...

Ricordo 2: Piccola strega dai capelli rossi

La bambina è nascosta dietro le balle di fieno, nelle scuderie del castello, in attesa. Ogni tanto sporge il capo dal nascondiglio per sbirciare verso l’ingresso. Dopo una lunga attesa – difficile per lei rimanere ferma e silenziosa così tanto – ode finalmente uno scalpiccio di passi. Un ragazzo di una quindicina d’anni sta entrando nelle scuderie. Ha i capelli scuri ed è vestito di argento e di nero. Uno strano fermaglio a forma di rosa trattiene il mantello sulla spalla. Il ragazzo si avvicina ad uno dei cavalli, gli accarezza il muso e sembra quasi parlargli all’orecchio per alcuni minuti dopo di che balza in sella e sprona il cavallo di buon trotto verso l’esterno La bambina si solleva dal nascondiglio e guarda delusa la figura che sparisce al di là della porta. - Accidenti, eppure mi sembrava di averla allentata abbastanza quella maledetta cinghia. Ma come diavolo avrà fatto a rimanere in sella!?! Ora devo ricominciare tutto daccapo e se Dama Margot si accorge che non ho ancora fa...

Il terzo giocatore

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Nella stanza con le pareti ricoperte di marocchino come libri di lusso, Chadwick e il conte Donatien Alphonse François, marchese de Sade, stavano seduti su poltrone dalle spalliere alte. Giocavano a scacchi su un tavolo da cambiavalute del quindicesimo secolo. In piedi, Chadwick era alto un metro e ottantadue. In piedi o seduto, pesava circa centocinquanta chili. I suoi capelli erano un casco di riccioli chiari, la fronte bassa, gli occhi grigi, con grandi macchie nere sotto e ombretto blu sulle palpebre. Vene rossastre solcavano il grosso naso e tessevano ragnatele sulle guance. Il collo era possente, le spalle larghe, le dita simili a salsicce agili e sicure. Chadwick tolse dalla scacchiera una pedina dell'avversario e la sostituì con il suo alfiere. [Roger Zelazny, Strada senza fine (1979)]

Ricordo 1: Caldo pomeriggio d'autunno

Nel caldo pomeriggio d’autunno i due ragazzi si stanno accapigliando – come succede spesso - per qualche sciocchezza. Le spade da esercitazione sono abbandonate a terra. Hanno ambedue i capelli neri e dimostrano forse undici, dodici anni. - No che non lo farai - Invece sì e tu non puoi impedirmelo - Io sono il maggiore e tu devi ubbidirmi - TU non sei il maggiore, TU sei un bastardo! L’ultima parola aleggia ancora nell’aria quando il più grande – con rabbia - carica un pugno che colpisce l’altro in pieno volto facendogli sanguinare il labbro. - Non dire mai più quella parola – urla, mentre gli si avventa contro. I due se le danno ancora di santa ragione quando da uno dei portoni del cortile interno entra una donna dai lunghi capelli rossi che tiene per mano una bimba di forse quattro anni. Prima che la donna – sorpresa – possa intervenire a separare i due contendenti, la bimba lascia la sua mano e si slancia come una piccola furia sul più grande dei raga...

Strawberry Fields Forever

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https://www.youtube.com/watch?v=8UQK-UcRezE Let me take you down ‘cause I’m going to Strawberry Fields nothing is real and nothing to get hungabout Strawberry Fields forever Living is easy with eyes closed misunderstanding all you see it’s getting hard to be someone but it all works out it doesn’t matter much to me Let me take you down ‘cause I’m going to Strawberry Fields nothing is real and nothing to get hungabout Strawberry Fields forever No one I think is in my tree I mean it must be high or low that is you can’t, you know, tune in but it’s all right that is I think it’s not too bad Let me take you down ‘cause I’m going to Strawberry Fields nothing is real and nothing to get hungabout Strawberry Fields forever Always, no sometimes, think it’s me but you know I know when it’s a dream I think a “no”, I mean a “yes” but it’s all wrong that is I think I disagree Let me take you down ‘cause I’m going to Strawberry Fields nothing is real and nothing to get hung about Strawberry Fields f...

Siddharta dorme

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Il nostro senso del tempo  - del passaggio del tempo - è il risultato del fatto che analizziamo i cambiamenti dell'apparenza, registriamo i cambiamenti lungo una striscia di memoria lineare, in modo sequenziale (digitale). Deriviamo l'idea del tempo dalla memoria sequenziale (della permutazione o della fluttuazione) : è linearizzata nei nostri cervelli. [...] Il vero sé e il vero mondo non possono essere separati, né lo possono il falso sé e il falso mondo. Nell'età del ferro Siddharta (il Brahaman ) dorme e dormiamo anche noi. Quando ci svegliamo lui si sveglia; noi siamo lui (lui è noi). Ma l'età del ferro non progredisce sequenzialmente nell'età dell'oro: piuttosto lo scenario dell'età del ferro si sveglia e viene tramutato in oro lungo la sua estensione (ortogonalmente), come una sorta di cervello le cui stazioni passano dal buio alla luce, il nuovo cielo e la nuova terra rimpiazzano i vecchi (li sostituiscono). [Philip K. Dick, L'Esegesi , 21:60]