Ricordo 2: Piccola strega dai capelli rossi
La bambina è nascosta dietro le balle di fieno, nelle scuderie del castello, in attesa. Ogni tanto sporge il capo dal nascondiglio per sbirciare verso l’ingresso. Dopo una lunga attesa – difficile per lei rimanere ferma e silenziosa così tanto – ode finalmente uno scalpiccio di passi. Un ragazzo di una quindicina d’anni sta entrando nelle scuderie. Ha i capelli scuri ed è vestito di argento e di nero. Uno strano fermaglio a forma di rosa trattiene il mantello sulla spalla.
Il ragazzo si avvicina ad uno dei cavalli, gli accarezza il muso e sembra quasi parlargli all’orecchio per alcuni minuti dopo di che balza in sella e sprona il cavallo di buon trotto verso l’esterno
La bambina si solleva dal nascondiglio e guarda delusa la figura che sparisce al di là della porta.
- Accidenti, eppure mi sembrava di averla allentata abbastanza quella maledetta cinghia. Ma come diavolo avrà fatto a rimanere in sella!?! Ora devo ricominciare tutto daccapo e se Dama Margot si accorge che non ho ancora fatto i compiti per stare qui sono proprio dolori!
Rimuginando foschi pensieri di punizioni e di sere a letto senza cena, Fiona esce dalle scuderie con il visetto imbronciato.
Appena fuori dalla porta due braccia forti la bloccano da dietro, immobilizzandola.
- Allora sei stata tu, piccola strega dai capelli rossi… Sei stata tu ad allentare il sottopancia della mia sella. Avrei potuto rompermi l’osso del collo, accidenti a te!
- Ahia, Corwin, stupido, lasciami, lasciami subito, lasciami le braccia o urlo con tutto il fiato che ho in gola e chiamo gli stallieri e dico che mi hai fatto male e così filerai a letto senza cena anche tu
- Ti lascerò solo quando avrai confessato e chiesto scusa. E potrei anche raccontare tutto a Dama Margot, che ne dici?
- NOOOO!!! Per favore… Mi metterebbe di sicuro a ricamare i polsini delle camicie da notte ed io ODIO ricamare! Ok, ok, sono stata io ma non volevo farti male, cioè, insomma, ecco, insomma non tanto… Volevo solo vedere che effetto faceva il grande cavaliere della rosa d’argento col sedere per terra…
Il solo pensiero del fratello maggiore a terra, pieno di paglia, sommerso dal fieno e dai finimenti del cavallo le fa apparire sul viso una smorfietta divertita.
- E va bene, testa rossa, ti lascio andare, per stavolta. Ma se ci provi ancora giuro che ti sculaccio come meriti.
Appena Corwin allenta la presa Fiona sguscia lontano. Poi, a distanza di sicurezza, si volta, fa una linguaccia al fratello e scompare dietro l’angolo ridacchiando.
- Un giorno o l’altro, giuro, la strozzo quella peste – mormora fra sé Corwin con un mezzo sorriso.
Il ragazzo si avvicina ad uno dei cavalli, gli accarezza il muso e sembra quasi parlargli all’orecchio per alcuni minuti dopo di che balza in sella e sprona il cavallo di buon trotto verso l’esterno
La bambina si solleva dal nascondiglio e guarda delusa la figura che sparisce al di là della porta.
- Accidenti, eppure mi sembrava di averla allentata abbastanza quella maledetta cinghia. Ma come diavolo avrà fatto a rimanere in sella!?! Ora devo ricominciare tutto daccapo e se Dama Margot si accorge che non ho ancora fatto i compiti per stare qui sono proprio dolori!
Rimuginando foschi pensieri di punizioni e di sere a letto senza cena, Fiona esce dalle scuderie con il visetto imbronciato.
Appena fuori dalla porta due braccia forti la bloccano da dietro, immobilizzandola.
- Allora sei stata tu, piccola strega dai capelli rossi… Sei stata tu ad allentare il sottopancia della mia sella. Avrei potuto rompermi l’osso del collo, accidenti a te!
- Ahia, Corwin, stupido, lasciami, lasciami subito, lasciami le braccia o urlo con tutto il fiato che ho in gola e chiamo gli stallieri e dico che mi hai fatto male e così filerai a letto senza cena anche tu
- Ti lascerò solo quando avrai confessato e chiesto scusa. E potrei anche raccontare tutto a Dama Margot, che ne dici?
- NOOOO!!! Per favore… Mi metterebbe di sicuro a ricamare i polsini delle camicie da notte ed io ODIO ricamare! Ok, ok, sono stata io ma non volevo farti male, cioè, insomma, ecco, insomma non tanto… Volevo solo vedere che effetto faceva il grande cavaliere della rosa d’argento col sedere per terra…
Il solo pensiero del fratello maggiore a terra, pieno di paglia, sommerso dal fieno e dai finimenti del cavallo le fa apparire sul viso una smorfietta divertita.
- E va bene, testa rossa, ti lascio andare, per stavolta. Ma se ci provi ancora giuro che ti sculaccio come meriti.
Appena Corwin allenta la presa Fiona sguscia lontano. Poi, a distanza di sicurezza, si volta, fa una linguaccia al fratello e scompare dietro l’angolo ridacchiando.
- Un giorno o l’altro, giuro, la strozzo quella peste – mormora fra sé Corwin con un mezzo sorriso.
[Nella Picco]
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