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Il racconto del principe di Azkaban

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Ognuno ha i suoi demoni e con quelli bisogna fare i conti. Nei giorni immediatamente successivi agli eventi che hanno portato alla separazione delle linee temporali di Dark Amber e dell'Ambra Leggendaria, Random si è messo a scrivere. Quello che segue è il racconto del principe. Molti non si riconosceranno in questi eventi, diranno che non sono mai avvenuti, che si tratta dell'ennesimo delirio del fratello smarrito nei suoi sogni. Sì, è possibile. Il racconto potrebbe essere solo un sogno. Ma gli amberiti stessi sono fatti della sostanza dei sogni e i sogni degli amberiti hanno sempre qualche seme di realtà. Così, il racconto onirico di Random potrebbe essere una messa in scena che è avvenuta nella sua Azkaban dove l'immaginifico principe ha ricreato luoghi e personaggi, facendoli muovere come ombre là dove l'Ombra si è dissolta fino ad essere reale. Questo è dunque il racconto del principe così come lui lo ha vissuto e l'unico abitante di Azkaban che è il principe

Felice Dimora

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“E’ questa la regione, è questo il suolo, il clima” disse allora l’Arcangelo perduto, "questa è la sede che ci tocca avere in cambio del cielo, questa triste oscurità  invece della luce celestiale? sia pure così, se colui che ora è sovrano può dire e disporre  che cosa sia giusto; tanto meglio quanto più lontano da colui che la ragione ha fatto  uguale, la forza reso supremo sui suoi uguali. Addio, campi felici dove la gioia abita eterna! Salve orrori, salve mondo infernale, e tu, profondissimo inferno, accogli il nuovo possessore: uno la cui mente non può mutare secondo tempi e luoghi. La mente è luogo a se stessa, e in se stessa Può fare dell’inferno un cielo, del cielo un inferno. Che cosa importa dove, se sono sempre lo stesso, e che altro dovrei essere, tutto meno che inferiore a colui che il tuono ha reso più grande? Qui almeno  saremo liberi; l’Onnipotente non ha creato questo luogo per invidiarcelo, e non ci caccerà di qui: qui potremo regnare sicuri, e per mia scelta regn

Boswash Report

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Quando nel 1888 Charles Howard Hinton ipotizzò il tesseratto, l’ipercubo quadridimensionale con otto facce tridimensionali cubiche, non poteva immaginare che i fisici del XX secolo avrebbero sviluppato teorie fondate sul pentaratto, un ipersolido regolare a cinque dimensioni con dieci tesseratti-facce (W.S. Tevis, La seezza della quasità , 1958). Da quel momento in poi le dimensioni sono arrivate a undici, come accade nella teoria unificata delle forze di Kalutza-Klein secondo la quale nei primi 10 alla -43 secondi di vita dell’universo caotico originario le dimensioni supplementari erano ancora compattate in un’unica forza gravitazionale della materia. Facendo affidamento su questa congettura è plausibile che dall’universo del Caos si sia generato un multiverso di mondi paralleli con linee del tempo che non si incontrano. In questo iper-multi-spazio, se si ammette la possibilità di una curvatura che va oltre la velocità limite della luce, allora i warmholes utilizzati da J. Archib

Le Cronache di Random: La Ruota

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Ma qual era il messaggio del Creatore? Mi fermai a pensare. Quando chiesi al Papa Bibliotecario: “So io pensare, aspettare, digiunare?”, il Papa rispose “Ti verranno idee e ti verrà fame.” Ora io non so se le mie idee abbiano mai avuto un senso ma certo è che la curiosità e la fame di conoscenza ne è stata una diretta conseguenza. Quando poi ho chiesto “Sator opera tenet arepo rotas?”, il Papa mi ha risposto conservando il palindromo bustrofedico ma ponendo un accento: “Rotas Opera Tenet: Arepo Sator”… Arepo Sator! Ne ho voluto dedurre che non è "l'uomo che decide il suo lavoro quotidiano mentre un dio decide il suo destino" bensì che "la Ruota della Fortuna governa tutto, ma che l'uomo è comunque arbitro del proprio destino"! Il male e il bene hanno molte facce, come faremo a scegliere con saggezza? Un filosofo enigmatico disse: "Colui che combatte con i mostri, deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro; e sappi che se tu guarderai a lungo

Le Cronache di Random: La Tigre

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Entrai e un rumore di ingranaggi mi avvertì che la meta era vicina. Ma ecco che una gigantesca Tigre mi sbarrò il passo ruggendo. “Dove credi di andare?! qui i tuoi poteri non ti saranno di alcun aiuto…” Le intenzioni della Tigre erano evidenti, e il suo slancio fu rapido e portentoso. Ma non venni colto alla sprovvista, avevo ben considerata tale eventualità, e invece di fuggire, alla massima velocità mi fiondai verso la Tigre puntando direttamente all’impatto per diminuire la distanza come tante volte mi ero allenato a fare con il fido Hanuman nel Bengala; all’ultimo momento fintai uno scarto a destra e poi uno a sinistra ma restai al centro e, sguainando Giuramento che tenevo sulla schiena, mi gettai sotto la Tigre nel pieno del suo slancio protendendo la punta della spada verso la gola e quindi il ventre, provocando profonde e letali lacerazioni. La Tigre si contorse, e io gli balzai sulla sua schiena e infilai tutta la spada sul suo cranio. Tutta l’azione fu veramente fulminea, se

Le Cronache di Random: La discesa

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E l’indovino mi disse: “Tu sei Random e il tuo futuro ti è già stato palesato. Cos’altro vuoi postulare, principe di Ambra?” Gli risposi guardandolo amichevolmente: “Ave vates, Papa dixit mihi rotam invenire! Longa fuit semita mea, et sephiroth meum me non adiuvit amplius: autem, ego arbiter meæ sortis sum! Ubi rota est? Ti sembro forse il tipo che attende gli eventi? Sappi che io non credo che ciò che è scritto sulle pergamene sia immutabile da sempre e per sempre e che alle stirpi condannate non sia data una seconda possibilità, quindi non penso che "Gli esiti erano incerti e ancora lo sono" ma che sarò io a riscrivere certezza in un futuro non ancora palesato. Dov'è la ruota amico mio?” E l’Indovino mi rispose: “Quaerisne rotam? Transitus lacrimis et sanguine signatur. Tigris regnat. Tres tribulationes te exspectant. Si non viceris, morieris.” E io: “Se sono arrivato qui è perché questo è il mio Destino. Che i miei avi seguano il mio cammino.” Allora scesi lungo una sc

La Dimora Oscura

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Il Disegno Oscuro visto dall'alto   Angelique medita seduta nella Dimora Oscura. Il luogo è buio, fatto di pietra nera. Nella stanza non è sola e alcuni elfi oscuri servitori si avvicinano porgendole del vino. Da un lato della specie di trono dove Angelique è seduta, un’Elfa con un’armatura nera osserva la scena. Con la coda dell’occhio i mostri, gli Orchi di Valky orribilmente mutati, tentano di afferrarla, ma la ragazza sa che sono solo degli echi, echi della follia del Logrus… ‘Lasciatemi sola per favore, anche tu Christianos, devo riordinare i miei pensieri…” Angelique attende di essere rimasta sola , riprende il controllo di sé e poi si avvia impassibile al portale in fondo alla sala che esce all’aperto. La Dimora Oscura, il maniero tetro che Angelique ha eletto a sua magione, si erge su una collina rocciosa e nera, simile a una bolla di pietra. Il cielo è scuro e solcato di venature purpuree che si addensano ad oriente, presagio di un’imminente Alba. Solo ieri un secondo Pri